martedì 10 aprile 2007

Pallade e il Centauro

Botticelli, Pallade e il Centauro

L’essere umano, nello stesso tempo umano e sovrannaturale, ha origine
nella natura vivente e fisica, ma ne emerge e si distingue attraverso la
cultura, il pensiero e la coscienza. Tutto ciò ci pone di fronte al carattere duplice e complesso di ciò che è umano: l’umanità non si riduce affatto all’animalità, ma senza animalità non c’è umanità.” (E. Morin, 2005)


La coscienza è così strettamente connessa allo sviluppo biosocioculturale dell’intelligenza che qualsiasi gesto, anche il più banale, riflette la dipendenza del “corpo” dall’influsso culturale, così come ogni manifestazione sociale del pensiero ed espressione creativa della coscienza non è disgiunto dall’evoluzione delle abilità logiche del cervello e dei talenti naturali codificati geneticamente. Il corpo fisico (Ares) che si relaziona con il mondo attraverso la mente (Mercurio) e la coscienza razionale che origina da esso (Saturno) sono il fondamento non solo della mitologia greca, ma anche dell’alchimia naturale che ‘accade fatalmente’ nel momento in cui la cultura razionale (Apollo) si apre all’intuizione femminile (le freccie di Diana). L’intuizione sensoriale che evolve nel corpo tramite le sensazioni (le ninfe), le emozioni (le donne della tragedia greca) e i sentimenti morali (le Dee dell'Olimpo), struttura la coscienza corporea psichica e cognitiva (i tuoni e i fulmini di Zeus) e la conoscenza delle molteplici metamorfosi dei sentimenti corporei (Venere e Marte) in sentimenti morali, etici e spirituali (Poseidone, Efesto e Nettuno).
Il Monte Olimpo, dimora della cultura alchemica, rivive ancora oggi nelle parole di E. Morin: “L’essere umano ci appare nella sua complessità contemporaneamente come totalmente biologico e totalmente culturale. Il cervello con cui pensiamo, la bocca con la quale parliamo, la mano con la quale scriviamo sono organi totalmente biologici e totalmente culturali. Ciò che è più biologico - il sesso, la nascita, la morte - è anche ciò che è maggiormente imbevuto di cultura. Le nostre più elementari attività biologiche - come mangiare, bere e defecare - sono strettamente legate a norme, divieti, valori e simboli, miti, riti, cioè a ciò che vi è specificatamente culturale; le nostre attività più culturali, - come parlare, cantare, danzare, amare, riflettere -, mettono in moto i nostri corpi e i nostri organi, tra cui il cervello”.

Il corpo umano in azione (Ercole) può in ogni momento affidarsi all’apparato animale (istinti e pulsioni) per selezionare con i sensi gli strumenti, i mezzi e le tecniche più idonei a soddisfare i bisogni primari e realizzare i fini della sopravvivenza e della conservazione della specie (coscienza uranica), senza per questo trasgredire le leggi della natura, le regole sociali, le prescrizioni morali e le convenzioni etiche stabilite dal gruppo di appartenenza.
Oppure è in grado di affinare e ‘specializzare’ le qualità psichiche, le abilità mentali e i talenti corporei al fine di “superare” gli ostacoli, le difficoltà e le opposizioni che gli impediscono di realizzare il proprio destino biologico, culturale e spirituale.
Questo secondo livello di compenetrazione di natura animale e umana, sintetizzata dalla condizione semidivina di Ercole e dalla figura del Centauro, capovolge l’ordine di entrata degli imput sensoriali per cui l’apparato istintuale animale contenuto nel codice genetico è subalterno al corredo culturale che trova un suo significativo centro nella “testa”. Ciò significa che l’entrata psico-socio-culturale dell’informazione, della conoscenza e della saggezza razionale (Saturno) domina sull’entrata bio-fisica per cui i desideri dell’anima (Venere) vengono repressi e gli istinti connessi alla libido naturale (Marte) rimangono sopiti sotto la cenere.
Per gli alchimisti rinascimentali l’inibizione della pulsione psichica e della libido naturale conseguita attraverso gli usi, i costumi, la tradizione, l’educazione, la morale religiosa e la cultura (La Dea Athena) è una tecnica che impedisce all’uomo di ricadere nella condizione animale, ma nello stesso tempo produce due effetti psicologici ben evidenziati dall’espressione di Centauro dipinta da Botticelli: la melencolia plumbea (la depressione) e la tragica consapevolezza di poter essere accecati dalla libido psichica (Gli uccelli di Stinfalo uccisi da Ercole) o dominati dalla libido ‘animale’ (il Minotauro).
La sensazione di covare dentro se stessi il mostruoso “Alien” è insita nell’inconscio collettivo (il genoma umano): l’animale infatti non necessita di morale e di cultura perchè il codice istintuale lo limita a soddisfare lo stimolo all’interno dei parametri necessari alla soddisfazione dell’equilibrio organico, mentre l’uomo è disorientato dall’eccesso di stimoli, pulsioni e desideri al punto che la sua anima (Arianna) si perde nel labirinto psichico (Dedalo) generato dal flusso della libido nella testa (il Minotauro), per cui si dimentica il filo del discorso razionale generato dal pensiero mitologico, allegorico e simbolico inaugurato dalla coscienza greca, e con esso il criterio di misura di ciò che è utile, vantaggioso e proficuo per l’evoluzione dell’anima sensoriale (la Vergine Maria) in coscienza razionale intuitiva (la Madonna con gli angeli) e comprensione spirituale della libido (La Madonna del Compianto su Cristo morto).
Il Centauro è dunque l’emblema dell’individuo in grado di generare da sè il potere fisico, psichico, mentale e spirituale capace di superare le prove, gli ostacoli, i dubbi, le crisi, le difficoltà, gli impedimenti degli imprevisti della vita in cui dominano le leggi della Natura (vita e morte), il Chaos (ordine e disordine), il Caso (necessità e inelluttabilità) e il Destino (il karma e il dharma). Ma è al cospetto del proprio destino, indecifrabile e inspiegabile per il pensiero razionale occidentale, che il Centauro piega la testa e chiede supplichevole a Pallade (Athena/Sapienza) di recidergli la testa con l’alabarda.
L’uomo contemporaneo, oggi più che mai, utilizza tutte le risorse fisiche, finanziarie, tecniche e scientifiche a sua disposizione per evolvere nella conoscenza della materia, ma non per questo è in grado di prevedere il proprio destino di anima o di svelare le verità spirituali nascoste nei testi sacri, anche se sono proverbiali le sue abilità di “saltare i fossi” e costruire sistemi di pensiero, filosofico, religiosi e scientifici in grado di proiettarlo oltre i propri limiti biopsicologici, i confini del proprio territorio cognitivo razionale e persino al di fuori dello ‘spazio terrestre’.
L’alabarda di Pallade: decapitazione del pensiero razionalizzatore
Anche la psicologia contemporanea (Wilber), ha intravisto nel Centauro l’emblema che indica “l’inizio dell’umanizzazione di cui è privato l’individuo troppo adattato, predeterminato dal contesto sociale e condizionato dalla morale conformista. In questa fase di sviluppo, la personalità matura verso una maggiore comprensione della realtà, perchè l’intelligenza è in grado di stabilire non solo rapporti tra oggetti e idee, ma rapporti tra reti di idee. In questa fase si manifesta il passaggio da bisogni carenziali di appartenenza, amore, stima, a bisogni accrescitivi di conoscenza, creatività e compiutezza.” (L. Boggio Gilot).
In anticipo di cinque secoli sulla psicologia transpersonale, la psicologia alchemica di Botticelli va oltre se stessa e indica la “via secca” alla trasformazione del pensiero creativo e cognitivo razionale (Javhè) nel pensiero sensoriale, intuitivo, creativo e cognitivo che contraddistingue l’alchimista che “decapita” la libido razionale (Golia) e crocifigge la libido materiale, sociale e spirituale sulla croce della conoscenza alchemica (I.N.R.I.).
L’alabarda di Pallade (immagine a destra) occulta nell’impugnatura le “tacche” che segnano le cinque fasi di trasformazione della percezione razionale nella Percezione alchemica. Mentre la “scala a pioli” (vedi l'albero dei filosofi a fianco) indica i dieci gradini necessari a purificare il “mercurio vulgaris” (il mercurio in Vergine) e illuminare la consapevolezza cognitiva dei simboli peculiare dello “Spiritus mercurius” di Cristo/Hermes (il mercurio in Pesci), l’alabarda di Pallade descrive i cinque atti di “morte e trasformazione” (la lama) e di “conoscenza e conversione” (l’impugnatura) indispensabili per estirpare l’arroganza, la superbia, l’intolleranza e la presunzione dalla testa del Centauro.
L’alchimista che dimostra di avere coraggio nell’affrontare la “decapitazione” delle proprie convinzioni ideologiche, religiose, culturali ed esistenziali e si converte alll’Arte di Pallade di trasmutare il mercurio attraverso le immagini, i riti, le cerimonie e i simboli della trasformazione, può dirsi pronto a comprendere le prove che il ‘Destino’ gli riserva.
E’ attraverso la pratica dell’Arte Alchemica di aggiungere “Mercurio al Mercurio” che l'artista rinascimentale ‘conquista’ l’intuizione della “chiara luce” e comprende il significato alchemico, religioso e spirituale contenuto delle vicende descritte nel Vangelo.
Articolo apparso sulla Rivista MuseoHermetico Q3: Alchimia della percezione razionale, uscita nell'aprile 2007

1 commento:

marcella candido cianchetti ha detto...

buon natale bello il narciso di caravaggio