martedì 10 aprile 2007

Bacco

Caravaggio, Bacco, 1596
“Il cervello funziona in base a due principi distinti, logico e soprattutto analogico. Al posto di sistemi precisi di segnali in cui la posizione (l’assenza o la presenza) di ciascun segnale è di importanza decisiva nel determinare il significato del messaggio, noi abbiamo un sistema di notazioni il cui significato è determinato dalle proprietà per così dire “statistiche” del messaggio. Il linguaggio del cervello non è quello della matematica. Il buon senso non è coerente come la logica matematica e salta direttamente a qualche conclusione, salvo cambiare le convinzioni rapidamente” (G.Ronconi, 2005). L’elaborazione statistica del messaggio proveniente da fonti interne e quindi connesse alla percezione sensoriale del corpo, o da fonti esterne relative alla percezione della realtà - così - come - si - presenta, è un fenomeno strettamente personale che differisce da individuo a individuo. Ciò sembra dipendere da due fattori: dal modo con cui vengono registrate le sensazioni, le emozioni e i sentimenti corporei (l’arsenico) in propriocezione (bile nera) e consapevolezza sensoriale (flegma gialla) e dal modo con cui il sistema della percezione elabora automaticamente gli stimoli generati dai sentimenti (Acqua) in immagini mentali e parole (Aria), intuizioni e rapporti di senso (Fuoco) e convinzioni cognitive, logiche e pratiche (Terra).
La qualità del messaggio da inviare al cervello dipende dall’interazione di questi due sistemi di registrazione ed elaborazione delle informazioni in grado di garantire coerenza e unità delle percezioni. “Le percezioni sono molteplici, ambigue, non sono nello stesso sistema di coordinate e i loro spazi sono diversi (retinico, uditivo, muscolare e ghiandolare per le propriocettive, ecc), sono sfasate nel tempo (più veloci le visive, più lente le uditive, più sottili quelle connesse al sistema ghiandolare), sono disturbate. La coerenza viene raggiunta in modi diversi escogitati dal cervello: a) la sincronizzazione dei neuroni; b) la convergenza delle varie varie percezioni in strutture e reti di coordinamento; c) la risoluzione del divario temporale in maniere diverse, come la permanenza di scarica neuronale più a lungo o la varietà di velocità di conduzione delle fibre nervose per fa arrivare contemporaneamente lo stimolo da terminazioni diverse; d) altre soluzioni che il cervello adotta in relazione a comportamenti e azioni dell’organismo, come la costruzione di una coerenza da parte di una attività centrale” (G. Ronconi, 2005).
Il fenomeno biopsiconeurologico dello stimolo analizzato dello scienziato sembra ripercorrere le tappe definite dagli alchimisti che ravvedevano nel numero quattro la perfezione di ogni processo di razionalizzazione degli elementi provenienti dal sistema della percezione. La ricerca della coerenza da parte di una “attività centrale” alle prese con una “rappresentazione complessa del mondo” corrisponde al concetto alchemico di “mente alchemica”, raffigurato schematicamente dall’immagine di Hermes, il messaggero degli dei con le ali ai piedi e nell’elmo. L’istinto di riflessione si sviluppa precocemente nel bambino a partire dalle raccomandazioni materne ed evolve attraverso il sistema degli avvertimenti famigliari, sociali e culturali che hanno la funzione di suscitare un intervallo tra l’azione e la pulsione (consapevolezza) e tra la pulsione e la sua soddisfazione (coscienza).
“L’intervallo tra la pulsione e la soddisfazione è il principio della libertà dell’uomo che, a differenza dell’animale, può procastinare la soddisfazione della spinta pulsionale e così regolare l’azione in vista del futuro e delle nuove e mutate circostanze che si possono incontrare. A circoscrivere la libertà è il tempo (Cronos) che nasce, al pari della libertà, dalla differibilità (Saturno) della soddisfazione delle pulsioni.” (U. Galimberti, 1999).
Gli artisti del Rinascimento non ignoravano di certo il contenuto psicologico connesso ai miti dell’Antica Grecia. Anzi, procedendo nell’interpretare le storie della mitologia con una rinnovata conoscenza dei simboli astrologici, i filosofi rinascimentali avevano compreso che la minaccia di Saturno di “castrare e uccidere i figli” costituiva un deterrente psicologico attuato al fine di controllare la libido sessuale, materiale e sociale e spingere l’individuo a trasmutare l’istinto di razionalizzazione nelle facoltà creative di Zeus che maturano nel tempo dopo alcuni periodi di introversione della libido, di studio di perseverante e applicazione all’Arte (l’Opera al nero). Anche Caravaggio si nutre delle suggestioni che provengono dal mondo degli alchimisti romani. In poco tempo comprende la sottile differenza che esiste tra il principio ordinatore della ragione (Saturno) e il principio purificatore connesso al tempo dell’attesa, della decantazione degli stimoli e della meditazione (Chronos) che sono il fondamento di ogni principio di trasformazione della Materia (la pulsione) in Antimateria (la coscienza).
Lo sguardo di Bacco non esprime più l’ardore della passione caratteristico di Dioniso, da cui eredita l’amore per la vita, ma dentro di lui è già attivo l’istinto di riflessione che si tramuta in introversione, malinconia e paziente attesa che i processi di “macerazione dei sensi” (inibizione) giungano a conclusione. Per i filosofi moderni, non diversamente da quelli rinascimentali, “lo stimolo inibitorio alla soddisfazione immediata del bisogno apre lo spazio a quel fenomeno chiamato ‘psiche’ che consiste nel ‘tenere presso di sè’ la spinta pulsionale, che, inibita e non soddisfatta, agisce a livello immaginario e progettuale, trovando il proprio orientamento nell’oggetto che la determina e la precisa, per cui, ancora una volta, appropriandosi del mondo (sensoriale), l’uomo si appropria di sè” (U. Galimberti, 1999).
Il “Bacco” di Caravaggio è consapevole di utilizzare la tecnica dell’attesa inibitoria (la macerazione dei sensi), della rinuncia (putrefazione) e della procastinazione (la distillazione) della pulsione per evolvere la dimensione psichica in consapevolezza sensoriale, coscienza di sè e comprensione dei fenomeni con cui la pulsione evolve e si trasforma in volontà egocentrica di “ottenere tutto e subito”.
“Tenere presso di sè” la spinta pulsionale ha l’effetto di accendere il fuoco del desiderio sublimato, dell’emotività creativa e infine della conoscenza del potere dell’Arte della conoscenza di sè ( Venere Urania) di evolvere la libido nelle facoltà mentali dell’affetto, della creatività consapevole e della coscienza razionale. Nell’immagine a fianco Hermes si inchina raccogliere l’acqua dei sentimenti generati dalla metamorfosi dell’anima (la luna) durante i processi di sopravvivenza, di adattamento all’ambiente e di ricerca dell’equilibrio biopsicologico. Hermes rappresenta uno stadio più evoluto di Bacco, malinconicamente adagiato a creare uno spazio tra azione e pulsione.
Mentre Bacco si appresta ad evolvere la libido appetitiva in Eros (la decantazione del vino), emblema della consapevolezza sensoriale che annuncia l’estasi dell’amore e l’ebbrezza della festa, Hermes utilizza una conchiglia per raccogliere nella memoria emotiva il ricordo delle esperienze erotiche, sentimentali, cognitive e spirituali generate dall’anima.
Anche la conchiglia di Hermes, come il calice di Bacco, descrive l’intervallo di tempo (le dodici ore dell’alchimia) per creare uno spazio psichico,cognitivo e creativo (la mente alchemica) tra la pulsione e la sua soddisfazione necessario per evolvere in coscienza di sè. La conchiglia è il simbolo del tempo da dedicare alla riflessione sulla natura dei sentimenti corporei, psichici, cognitivi, morali, etici e spirituali; è il simbolo quindi dell’introversione mentale che ha il pregio di codificare le innumerevoli variazioni dell’umore psichico in carattere e infine temperamento spirituale.
La Venere nuda, posta sopra una piramide rovesciata, rappresenta quindi il sistema di attrazione, convergenza e contenimento delle riflessioni in modelli “estetici” in grado di dare coerenza, unità e senso alle numerose covariazioni che avvengono nell’ambiente esterno ed interno in continuo cambiamento. Il “sistema di Venere” non è solo un modo per inneggiare all’Arte del godimento sensoriale (Venere in Taurus) o all’Arte della percezione estetica (Venere in Libra), come strumenti ideali di evoluzione della libido, ma esprime soprattutto la ricerca di “strutture profonde di covariazione” astratte dall’esperienza, in grado di divenire con il tempo modelli a cui la percezione individuale e collettiva può fare riferimento. Ecco allora che la mente di Hermes è la stessa degli artisti, dei creatori di moda e delle donne che ricercano “verità e bellezza” del proprio sentire, a cui costantemente fanno riferimento per evolvere in perfezione, armonia e amor proprio.
Il tema dell’amor proprio (amor sui) è uno dei temi cardine della coscienza alchemica. Il processo di “putrefazione dei sistemi, dei dogmi e delle ideologie”, la “macerazione dei sensi e del senso di sè egopatico” e la “cancellazione del punto di vista personale” rappresentano i tre atti della Nigredo che possono sciogliere il “nodo dei sensi” (il nastro nero di Bacco) e “lavare” la coscienza da inutili retaggi ideologici e politici, da velletitarie pretese di dominio e dalla presunzione di giudicare gli altri.
La “tinozza” (vedi immagine sulal barra a lato) descrive quindi uno stadio di lavaggio e purificazione di ciò che impedisce all’alchimista di continuare ad evolvere in sensibilità, emotività, affetto e consapevolezza dell’anima. Da questa prima sintesi può emergere ‘umiltà, cura di sè e moderazione’ le tre essenze mercuriali (il putto con le ali) necessarie per espandere la percezione della realtà, l’amor di sè e la cura dell’anima, sintetizzati nelle immagini in cui “Venere è nuda davanti allo specchio”.
L’alchimia della percezione sensoriale, indicata da Caravaggio nell’intenso, umile e consapevole volto di Bacco fanciullo, è frutto di un espediente che non è difficile da praticare. L’uva e le foglie di vite, metafora dei desideri sensoriali e delle immagini che ne conseguono, sono veicolati nella testa come un copricapo, a significare l’avvenuto “trasferimento” della libido appetitiva (Bacco) e appagativa (Venere) in stimolo creativo.
Fantasie, immagini, fiabe, racconti, giochi, erotismo e corteggiamenti sono il naturale distillato di questa operazione di contemplazione distaccata delle sensazioni corporee e delle emozioni estetiche che “avvertono” la presenza “perturbante” del ‘potere dionisiaco’ nell’ambiente interno ed esterno. La “putrefazione della frutta” e la “decantazione” del vino rappresentano quindi un espediente simbolico-cognitivo per comprendere la necessità spirituale di procastinare la soddisfazione dei desideri in vista di una diversa e più intensa gratificazione sensoriale (eros), emotiva (amore) e cognitiva (verità).

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