domenica 6 luglio 2008

La conversione di Saulo


"La Conversione di San Paolo di Caravaggio è il punto di partenza di una vera rivoluzione: quella per cui il mondo è visto non dal punto di vista dell'uomo, ma dal punto di vista del cavallo da cui Saulo è caduto. Sono presenti nella scena un vecchio e un cavallo che grazie all'intervento divino alza lo zoccolo per non calpestare Saulo, che ha perso il controllo della situazione tra lo stordimento della caduta e la folgorazione della fede..." (Sgarbi)

Il punto di vista del cavallo è diverso da quello dell'uomo "politico", e per politico si intende lo sguardo finalizzato al raggiungimento di scopi che richiedono il superamento di "ostacoli","prove" e "confronti".
Nella mentalità corrente è sempre più diffusa la convinzione che il successo si possa conquistare addestrando la mente (il cavallo) a focalizzare la concentrazione sugli obiettivi, seguendo un percorso definito da progetti di pianificazione delle risorse disponibili, programmi e piani di fattibilità (il cavaliere).

La mente in effetti obbedisce ai comandi dell'io razionalizzatore, ma fino a un certo punto. Generata dai sentimenti corporei provati dall'anima (Maria), la Mente (la Vergine Maria) non può andare oltre i propri limiti neurobiologici. Così come il cavallo si rifiuta di saltare l'ostacolo, obbedendo all'istinto di sopravvivenza che lo costringe a regolare l'azione in base alla capacità cardiaca di "reggere lo sforzo", così la mente dell'uomo non può ignorare la dimensione psichica, emotiva ed esistenziale dell'esperienza. Esiste una bella diffenza tra il pensiero critico generato dalla razionalizzazione analitica delle risorse e delle potenzialità espressive, e la razionalità istintiva del "cuore", per cui tutto ciò che viene compiuto obbedisce alle leggi naturali dell'organismo "individuale e collettivo".

Vivere in armonia con se stessi e il mondo richiede una scelta. Di solito si dice che è sufficente ascoltare se stessi, i bisogni del corpo, le emozioni dell'anima, la voce della coscienza....fino ad evolvore nella percezione del Se, di cui il cavallo è l'emblema. Il punto di vista del cavallo coincide infatti con la percezione naturale di coloro che adeguano la funzionalità automatica del cervello alle "vibrazioni" del cuore. Prerogativa degli atleti, degli attori e degli artisti, la percezione del Se diventa a tutti gli effetti la manifestazione tangibile della capacità naturale dell'istinto (atleti), della pulsione psichica (attori) e della creatività (artisti) di modellare, controllare e modificare l'attività cerebrale in conformità alle "informazioni" proveniente da tutto il "sistema sensoriale " costituito dalla pelle, dagli organi e dalle ghiandole connesse attraverso i "nervi" al plesso solare.

Quanto più il "sistema sensoriale" è 'permeato" di anima emotiva (Maria), coscienza razionale (la Vergine) e intelletto creativo (la Madonna) quanto più l'atleta, l'attore e l'artista sono in grado di tradurre l'intelligenza muscolare, comunicativa ed espressiva (Il Mercurio/Bambino Gesù) in consapevolezza motoria, psichica e percettiva (il Se testimone). Il punto di vista del cavallo è possibile nel momento in cui il "cuore" diventa il punto vitale della mente e il punto nevralgico dell'intelletto dell'anima.

Saulo, interprete della razionalità finalizzata al raggiungimento prefissati dall'ego, intravede sulla "Via di Damasco" (la Via dell'introversione) l'immagine della croce, simbolo della possibile trasformazione del metabolismo cerebrale dell'ego negli istinti, pulsioni e desideri del Se. Che cosa avviene di fatto? Saulo non è folgorato da una fede astratta, ma dal "punto di vista" della mente (il cavallo) che origina dal cuore, per cui cade disarcionato per effetto di una improvvisa rivelazione che gli fa avere l'esperienza di essere cieco e impotente in rapporto alla Realtà.

La "scienza alchemica" descrive il fenomeno come una improvvisa ripolarizzazione dei due poli magnetici. Il polo sud del cuore diventa il polo nord del cervello e viceversa.
La conversione di Saulo in San Paolo è di fatto una conversione della percezione dell'ego (Saulo) , nela percezione dell'anima (San Paolo) attuata attraverso l'inversione dei nodi magnetici. La razionalizzazione delle azioni, dei gesti e delle parole imposte dal Se ha un effetto dirompente nella vita dell'individuo, al punto che San Paolo concluderà la sua vicenda "artistica" affermando di essere diventato una cosa sola in Cristo, emblema del Se Supremo (transpersonale), ovvero dell'individuo che rinuncia al proprio punto di vista per abbracciare una "visione universale" dell'esperienza umana e spirituale.

martedì 10 aprile 2007

Pallade e il Centauro

Botticelli, Pallade e il Centauro

L’essere umano, nello stesso tempo umano e sovrannaturale, ha origine
nella natura vivente e fisica, ma ne emerge e si distingue attraverso la
cultura, il pensiero e la coscienza. Tutto ciò ci pone di fronte al carattere duplice e complesso di ciò che è umano: l’umanità non si riduce affatto all’animalità, ma senza animalità non c’è umanità.” (E. Morin, 2005)


La coscienza è così strettamente connessa allo sviluppo biosocioculturale dell’intelligenza che qualsiasi gesto, anche il più banale, riflette la dipendenza del “corpo” dall’influsso culturale, così come ogni manifestazione sociale del pensiero ed espressione creativa della coscienza non è disgiunto dall’evoluzione delle abilità logiche del cervello e dei talenti naturali codificati geneticamente. Il corpo fisico (Ares) che si relaziona con il mondo attraverso la mente (Mercurio) e la coscienza razionale che origina da esso (Saturno) sono il fondamento non solo della mitologia greca, ma anche dell’alchimia naturale che ‘accade fatalmente’ nel momento in cui la cultura razionale (Apollo) si apre all’intuizione femminile (le freccie di Diana). L’intuizione sensoriale che evolve nel corpo tramite le sensazioni (le ninfe), le emozioni (le donne della tragedia greca) e i sentimenti morali (le Dee dell'Olimpo), struttura la coscienza corporea psichica e cognitiva (i tuoni e i fulmini di Zeus) e la conoscenza delle molteplici metamorfosi dei sentimenti corporei (Venere e Marte) in sentimenti morali, etici e spirituali (Poseidone, Efesto e Nettuno).
Il Monte Olimpo, dimora della cultura alchemica, rivive ancora oggi nelle parole di E. Morin: “L’essere umano ci appare nella sua complessità contemporaneamente come totalmente biologico e totalmente culturale. Il cervello con cui pensiamo, la bocca con la quale parliamo, la mano con la quale scriviamo sono organi totalmente biologici e totalmente culturali. Ciò che è più biologico - il sesso, la nascita, la morte - è anche ciò che è maggiormente imbevuto di cultura. Le nostre più elementari attività biologiche - come mangiare, bere e defecare - sono strettamente legate a norme, divieti, valori e simboli, miti, riti, cioè a ciò che vi è specificatamente culturale; le nostre attività più culturali, - come parlare, cantare, danzare, amare, riflettere -, mettono in moto i nostri corpi e i nostri organi, tra cui il cervello”.

Il corpo umano in azione (Ercole) può in ogni momento affidarsi all’apparato animale (istinti e pulsioni) per selezionare con i sensi gli strumenti, i mezzi e le tecniche più idonei a soddisfare i bisogni primari e realizzare i fini della sopravvivenza e della conservazione della specie (coscienza uranica), senza per questo trasgredire le leggi della natura, le regole sociali, le prescrizioni morali e le convenzioni etiche stabilite dal gruppo di appartenenza.
Oppure è in grado di affinare e ‘specializzare’ le qualità psichiche, le abilità mentali e i talenti corporei al fine di “superare” gli ostacoli, le difficoltà e le opposizioni che gli impediscono di realizzare il proprio destino biologico, culturale e spirituale.
Questo secondo livello di compenetrazione di natura animale e umana, sintetizzata dalla condizione semidivina di Ercole e dalla figura del Centauro, capovolge l’ordine di entrata degli imput sensoriali per cui l’apparato istintuale animale contenuto nel codice genetico è subalterno al corredo culturale che trova un suo significativo centro nella “testa”. Ciò significa che l’entrata psico-socio-culturale dell’informazione, della conoscenza e della saggezza razionale (Saturno) domina sull’entrata bio-fisica per cui i desideri dell’anima (Venere) vengono repressi e gli istinti connessi alla libido naturale (Marte) rimangono sopiti sotto la cenere.
Per gli alchimisti rinascimentali l’inibizione della pulsione psichica e della libido naturale conseguita attraverso gli usi, i costumi, la tradizione, l’educazione, la morale religiosa e la cultura (La Dea Athena) è una tecnica che impedisce all’uomo di ricadere nella condizione animale, ma nello stesso tempo produce due effetti psicologici ben evidenziati dall’espressione di Centauro dipinta da Botticelli: la melencolia plumbea (la depressione) e la tragica consapevolezza di poter essere accecati dalla libido psichica (Gli uccelli di Stinfalo uccisi da Ercole) o dominati dalla libido ‘animale’ (il Minotauro).
La sensazione di covare dentro se stessi il mostruoso “Alien” è insita nell’inconscio collettivo (il genoma umano): l’animale infatti non necessita di morale e di cultura perchè il codice istintuale lo limita a soddisfare lo stimolo all’interno dei parametri necessari alla soddisfazione dell’equilibrio organico, mentre l’uomo è disorientato dall’eccesso di stimoli, pulsioni e desideri al punto che la sua anima (Arianna) si perde nel labirinto psichico (Dedalo) generato dal flusso della libido nella testa (il Minotauro), per cui si dimentica il filo del discorso razionale generato dal pensiero mitologico, allegorico e simbolico inaugurato dalla coscienza greca, e con esso il criterio di misura di ciò che è utile, vantaggioso e proficuo per l’evoluzione dell’anima sensoriale (la Vergine Maria) in coscienza razionale intuitiva (la Madonna con gli angeli) e comprensione spirituale della libido (La Madonna del Compianto su Cristo morto).
Il Centauro è dunque l’emblema dell’individuo in grado di generare da sè il potere fisico, psichico, mentale e spirituale capace di superare le prove, gli ostacoli, i dubbi, le crisi, le difficoltà, gli impedimenti degli imprevisti della vita in cui dominano le leggi della Natura (vita e morte), il Chaos (ordine e disordine), il Caso (necessità e inelluttabilità) e il Destino (il karma e il dharma). Ma è al cospetto del proprio destino, indecifrabile e inspiegabile per il pensiero razionale occidentale, che il Centauro piega la testa e chiede supplichevole a Pallade (Athena/Sapienza) di recidergli la testa con l’alabarda.
L’uomo contemporaneo, oggi più che mai, utilizza tutte le risorse fisiche, finanziarie, tecniche e scientifiche a sua disposizione per evolvere nella conoscenza della materia, ma non per questo è in grado di prevedere il proprio destino di anima o di svelare le verità spirituali nascoste nei testi sacri, anche se sono proverbiali le sue abilità di “saltare i fossi” e costruire sistemi di pensiero, filosofico, religiosi e scientifici in grado di proiettarlo oltre i propri limiti biopsicologici, i confini del proprio territorio cognitivo razionale e persino al di fuori dello ‘spazio terrestre’.
L’alabarda di Pallade: decapitazione del pensiero razionalizzatore
Anche la psicologia contemporanea (Wilber), ha intravisto nel Centauro l’emblema che indica “l’inizio dell’umanizzazione di cui è privato l’individuo troppo adattato, predeterminato dal contesto sociale e condizionato dalla morale conformista. In questa fase di sviluppo, la personalità matura verso una maggiore comprensione della realtà, perchè l’intelligenza è in grado di stabilire non solo rapporti tra oggetti e idee, ma rapporti tra reti di idee. In questa fase si manifesta il passaggio da bisogni carenziali di appartenenza, amore, stima, a bisogni accrescitivi di conoscenza, creatività e compiutezza.” (L. Boggio Gilot).
In anticipo di cinque secoli sulla psicologia transpersonale, la psicologia alchemica di Botticelli va oltre se stessa e indica la “via secca” alla trasformazione del pensiero creativo e cognitivo razionale (Javhè) nel pensiero sensoriale, intuitivo, creativo e cognitivo che contraddistingue l’alchimista che “decapita” la libido razionale (Golia) e crocifigge la libido materiale, sociale e spirituale sulla croce della conoscenza alchemica (I.N.R.I.).
L’alabarda di Pallade (immagine a destra) occulta nell’impugnatura le “tacche” che segnano le cinque fasi di trasformazione della percezione razionale nella Percezione alchemica. Mentre la “scala a pioli” (vedi l'albero dei filosofi a fianco) indica i dieci gradini necessari a purificare il “mercurio vulgaris” (il mercurio in Vergine) e illuminare la consapevolezza cognitiva dei simboli peculiare dello “Spiritus mercurius” di Cristo/Hermes (il mercurio in Pesci), l’alabarda di Pallade descrive i cinque atti di “morte e trasformazione” (la lama) e di “conoscenza e conversione” (l’impugnatura) indispensabili per estirpare l’arroganza, la superbia, l’intolleranza e la presunzione dalla testa del Centauro.
L’alchimista che dimostra di avere coraggio nell’affrontare la “decapitazione” delle proprie convinzioni ideologiche, religiose, culturali ed esistenziali e si converte alll’Arte di Pallade di trasmutare il mercurio attraverso le immagini, i riti, le cerimonie e i simboli della trasformazione, può dirsi pronto a comprendere le prove che il ‘Destino’ gli riserva.
E’ attraverso la pratica dell’Arte Alchemica di aggiungere “Mercurio al Mercurio” che l'artista rinascimentale ‘conquista’ l’intuizione della “chiara luce” e comprende il significato alchemico, religioso e spirituale contenuto delle vicende descritte nel Vangelo.
Articolo apparso sulla Rivista MuseoHermetico Q3: Alchimia della percezione razionale, uscita nell'aprile 2007

Lezioni di anatomia

Rembrandt, Lezioni di anatomia del Dott.Tulp, 1632
Anche Rembrandt, pochi decenni dopo Caravaggio, elabora una straordinaria sintesi dei processi di evoluzione della percezione sensoriale attivati non più dall’Eros, ma dal desiderio di conoscere la verità. La condizione preliminare posta da Rembrandt è che l’alchimista abbia sufficiente energia mentale per modellare gradualmente la percezione sensoriale in un vero e proprio strumento di conoscenza.
La lezione di anatomia del Dottor Tulp” è il banco di prova di ciò che l’allievo è stato in grado di “affinare mentalmente” durante la fase di introversione psichica della libido. La neurofisiologia alchemica procede per schemi di sviluppo della coscienza che sono strettamente connessi alle modificazioni psichiche, per cui l’introversione di “Bacco” è propedeutica per generare una diversa circolazione degli imput sensoriali provocati dai “travasi di bile nera, rossa e gialla” nel sangue o dalla veicolazione del “flegma” (l’adrenalina prodotta dalle surrenali) nei vari canali di conduzione dell’informazione al cervello (il sangue, la linfa, il fluido cerebrospinale).
La trasformazione dell’anima psichica, vittima o arteficie dell’illusione sensoriale connessa alla ‘secrezione biliari’ (umore), in anima intellettiva dotata di autocontrollo (carattere), matura attraverso la consapevolezza cognitiva delle sensazioni che informano sulla natura e l’origine dei conflitti con l’ambiente esterno.
L’ambiente interno è preservato dall’istinto di conservazione peculiare del ‘pleroma femminile’ in grado di attivare processi di trasformazione chimica, magnetica e persino nucleare dell’energia psichica. Allo stesso modo lo sviluppo sociale della percezione sensoriale ha lo scopo di preservare la specie attraverso il sistema di avvertimento cognitivo e di difendere il territorio, la società e la cultura con l’utilizzo di sistemi sempre più sofisticati di osservazione della realtà (la percezione dei satelliti spaziali ad esempio).
Raccogliere informazioni in modo appropriato è quindi fondamentale per sopravvivere e realizzare gli strumenti, le tecniche e i mezzi adatti per riportare l’organismo individuale e sociale in equilibrio.
Rembrandt codifica nei volti degli allievi tutte le potenzialità della “propria arte” di “comprendere la realtà’ attraverso l’evoluzione dell’energia psichica in attenzione, concentrazione, focalizzazione e contemplazione.

La disattenzione, la distrazione e l'incapacità di focalizzare la situazione in tutti i suoi aspetti, sono gli aspetti deteriori della percezione sensoriale descritti da Rembrandt nei volti dei primi tre studenti che si trovano a sinistra del dipinto. Al centro, vicino al Dottor Tulp, emerge lo studente che ascolta con attenzione le parole anche senza guardare le immagini, mentre gli altri tre esprimono una qualità della percezione superiore alla media.
Concentrazione mentale, focalizzzazione cognitiva sui testi e lo sviluppo della percezione sensoriale translogica in grado di procedere per astrazioni simboliche, schemi sintetici, visioni schematiche, sintesi creative e simboli sostitutivi delle parole, rappresentano i tre stadi di sviluppo della percezione sensoriale in strumento di indagine e conoscenza.

Bacco

Caravaggio, Bacco, 1596
“Il cervello funziona in base a due principi distinti, logico e soprattutto analogico. Al posto di sistemi precisi di segnali in cui la posizione (l’assenza o la presenza) di ciascun segnale è di importanza decisiva nel determinare il significato del messaggio, noi abbiamo un sistema di notazioni il cui significato è determinato dalle proprietà per così dire “statistiche” del messaggio. Il linguaggio del cervello non è quello della matematica. Il buon senso non è coerente come la logica matematica e salta direttamente a qualche conclusione, salvo cambiare le convinzioni rapidamente” (G.Ronconi, 2005). L’elaborazione statistica del messaggio proveniente da fonti interne e quindi connesse alla percezione sensoriale del corpo, o da fonti esterne relative alla percezione della realtà - così - come - si - presenta, è un fenomeno strettamente personale che differisce da individuo a individuo. Ciò sembra dipendere da due fattori: dal modo con cui vengono registrate le sensazioni, le emozioni e i sentimenti corporei (l’arsenico) in propriocezione (bile nera) e consapevolezza sensoriale (flegma gialla) e dal modo con cui il sistema della percezione elabora automaticamente gli stimoli generati dai sentimenti (Acqua) in immagini mentali e parole (Aria), intuizioni e rapporti di senso (Fuoco) e convinzioni cognitive, logiche e pratiche (Terra).
La qualità del messaggio da inviare al cervello dipende dall’interazione di questi due sistemi di registrazione ed elaborazione delle informazioni in grado di garantire coerenza e unità delle percezioni. “Le percezioni sono molteplici, ambigue, non sono nello stesso sistema di coordinate e i loro spazi sono diversi (retinico, uditivo, muscolare e ghiandolare per le propriocettive, ecc), sono sfasate nel tempo (più veloci le visive, più lente le uditive, più sottili quelle connesse al sistema ghiandolare), sono disturbate. La coerenza viene raggiunta in modi diversi escogitati dal cervello: a) la sincronizzazione dei neuroni; b) la convergenza delle varie varie percezioni in strutture e reti di coordinamento; c) la risoluzione del divario temporale in maniere diverse, come la permanenza di scarica neuronale più a lungo o la varietà di velocità di conduzione delle fibre nervose per fa arrivare contemporaneamente lo stimolo da terminazioni diverse; d) altre soluzioni che il cervello adotta in relazione a comportamenti e azioni dell’organismo, come la costruzione di una coerenza da parte di una attività centrale” (G. Ronconi, 2005).
Il fenomeno biopsiconeurologico dello stimolo analizzato dello scienziato sembra ripercorrere le tappe definite dagli alchimisti che ravvedevano nel numero quattro la perfezione di ogni processo di razionalizzazione degli elementi provenienti dal sistema della percezione. La ricerca della coerenza da parte di una “attività centrale” alle prese con una “rappresentazione complessa del mondo” corrisponde al concetto alchemico di “mente alchemica”, raffigurato schematicamente dall’immagine di Hermes, il messaggero degli dei con le ali ai piedi e nell’elmo. L’istinto di riflessione si sviluppa precocemente nel bambino a partire dalle raccomandazioni materne ed evolve attraverso il sistema degli avvertimenti famigliari, sociali e culturali che hanno la funzione di suscitare un intervallo tra l’azione e la pulsione (consapevolezza) e tra la pulsione e la sua soddisfazione (coscienza).
“L’intervallo tra la pulsione e la soddisfazione è il principio della libertà dell’uomo che, a differenza dell’animale, può procastinare la soddisfazione della spinta pulsionale e così regolare l’azione in vista del futuro e delle nuove e mutate circostanze che si possono incontrare. A circoscrivere la libertà è il tempo (Cronos) che nasce, al pari della libertà, dalla differibilità (Saturno) della soddisfazione delle pulsioni.” (U. Galimberti, 1999).
Gli artisti del Rinascimento non ignoravano di certo il contenuto psicologico connesso ai miti dell’Antica Grecia. Anzi, procedendo nell’interpretare le storie della mitologia con una rinnovata conoscenza dei simboli astrologici, i filosofi rinascimentali avevano compreso che la minaccia di Saturno di “castrare e uccidere i figli” costituiva un deterrente psicologico attuato al fine di controllare la libido sessuale, materiale e sociale e spingere l’individuo a trasmutare l’istinto di razionalizzazione nelle facoltà creative di Zeus che maturano nel tempo dopo alcuni periodi di introversione della libido, di studio di perseverante e applicazione all’Arte (l’Opera al nero). Anche Caravaggio si nutre delle suggestioni che provengono dal mondo degli alchimisti romani. In poco tempo comprende la sottile differenza che esiste tra il principio ordinatore della ragione (Saturno) e il principio purificatore connesso al tempo dell’attesa, della decantazione degli stimoli e della meditazione (Chronos) che sono il fondamento di ogni principio di trasformazione della Materia (la pulsione) in Antimateria (la coscienza).
Lo sguardo di Bacco non esprime più l’ardore della passione caratteristico di Dioniso, da cui eredita l’amore per la vita, ma dentro di lui è già attivo l’istinto di riflessione che si tramuta in introversione, malinconia e paziente attesa che i processi di “macerazione dei sensi” (inibizione) giungano a conclusione. Per i filosofi moderni, non diversamente da quelli rinascimentali, “lo stimolo inibitorio alla soddisfazione immediata del bisogno apre lo spazio a quel fenomeno chiamato ‘psiche’ che consiste nel ‘tenere presso di sè’ la spinta pulsionale, che, inibita e non soddisfatta, agisce a livello immaginario e progettuale, trovando il proprio orientamento nell’oggetto che la determina e la precisa, per cui, ancora una volta, appropriandosi del mondo (sensoriale), l’uomo si appropria di sè” (U. Galimberti, 1999).
Il “Bacco” di Caravaggio è consapevole di utilizzare la tecnica dell’attesa inibitoria (la macerazione dei sensi), della rinuncia (putrefazione) e della procastinazione (la distillazione) della pulsione per evolvere la dimensione psichica in consapevolezza sensoriale, coscienza di sè e comprensione dei fenomeni con cui la pulsione evolve e si trasforma in volontà egocentrica di “ottenere tutto e subito”.
“Tenere presso di sè” la spinta pulsionale ha l’effetto di accendere il fuoco del desiderio sublimato, dell’emotività creativa e infine della conoscenza del potere dell’Arte della conoscenza di sè ( Venere Urania) di evolvere la libido nelle facoltà mentali dell’affetto, della creatività consapevole e della coscienza razionale. Nell’immagine a fianco Hermes si inchina raccogliere l’acqua dei sentimenti generati dalla metamorfosi dell’anima (la luna) durante i processi di sopravvivenza, di adattamento all’ambiente e di ricerca dell’equilibrio biopsicologico. Hermes rappresenta uno stadio più evoluto di Bacco, malinconicamente adagiato a creare uno spazio tra azione e pulsione.
Mentre Bacco si appresta ad evolvere la libido appetitiva in Eros (la decantazione del vino), emblema della consapevolezza sensoriale che annuncia l’estasi dell’amore e l’ebbrezza della festa, Hermes utilizza una conchiglia per raccogliere nella memoria emotiva il ricordo delle esperienze erotiche, sentimentali, cognitive e spirituali generate dall’anima.
Anche la conchiglia di Hermes, come il calice di Bacco, descrive l’intervallo di tempo (le dodici ore dell’alchimia) per creare uno spazio psichico,cognitivo e creativo (la mente alchemica) tra la pulsione e la sua soddisfazione necessario per evolvere in coscienza di sè. La conchiglia è il simbolo del tempo da dedicare alla riflessione sulla natura dei sentimenti corporei, psichici, cognitivi, morali, etici e spirituali; è il simbolo quindi dell’introversione mentale che ha il pregio di codificare le innumerevoli variazioni dell’umore psichico in carattere e infine temperamento spirituale.
La Venere nuda, posta sopra una piramide rovesciata, rappresenta quindi il sistema di attrazione, convergenza e contenimento delle riflessioni in modelli “estetici” in grado di dare coerenza, unità e senso alle numerose covariazioni che avvengono nell’ambiente esterno ed interno in continuo cambiamento. Il “sistema di Venere” non è solo un modo per inneggiare all’Arte del godimento sensoriale (Venere in Taurus) o all’Arte della percezione estetica (Venere in Libra), come strumenti ideali di evoluzione della libido, ma esprime soprattutto la ricerca di “strutture profonde di covariazione” astratte dall’esperienza, in grado di divenire con il tempo modelli a cui la percezione individuale e collettiva può fare riferimento. Ecco allora che la mente di Hermes è la stessa degli artisti, dei creatori di moda e delle donne che ricercano “verità e bellezza” del proprio sentire, a cui costantemente fanno riferimento per evolvere in perfezione, armonia e amor proprio.
Il tema dell’amor proprio (amor sui) è uno dei temi cardine della coscienza alchemica. Il processo di “putrefazione dei sistemi, dei dogmi e delle ideologie”, la “macerazione dei sensi e del senso di sè egopatico” e la “cancellazione del punto di vista personale” rappresentano i tre atti della Nigredo che possono sciogliere il “nodo dei sensi” (il nastro nero di Bacco) e “lavare” la coscienza da inutili retaggi ideologici e politici, da velletitarie pretese di dominio e dalla presunzione di giudicare gli altri.
La “tinozza” (vedi immagine sulal barra a lato) descrive quindi uno stadio di lavaggio e purificazione di ciò che impedisce all’alchimista di continuare ad evolvere in sensibilità, emotività, affetto e consapevolezza dell’anima. Da questa prima sintesi può emergere ‘umiltà, cura di sè e moderazione’ le tre essenze mercuriali (il putto con le ali) necessarie per espandere la percezione della realtà, l’amor di sè e la cura dell’anima, sintetizzati nelle immagini in cui “Venere è nuda davanti allo specchio”.
L’alchimia della percezione sensoriale, indicata da Caravaggio nell’intenso, umile e consapevole volto di Bacco fanciullo, è frutto di un espediente che non è difficile da praticare. L’uva e le foglie di vite, metafora dei desideri sensoriali e delle immagini che ne conseguono, sono veicolati nella testa come un copricapo, a significare l’avvenuto “trasferimento” della libido appetitiva (Bacco) e appagativa (Venere) in stimolo creativo.
Fantasie, immagini, fiabe, racconti, giochi, erotismo e corteggiamenti sono il naturale distillato di questa operazione di contemplazione distaccata delle sensazioni corporee e delle emozioni estetiche che “avvertono” la presenza “perturbante” del ‘potere dionisiaco’ nell’ambiente interno ed esterno. La “putrefazione della frutta” e la “decantazione” del vino rappresentano quindi un espediente simbolico-cognitivo per comprendere la necessità spirituale di procastinare la soddisfazione dei desideri in vista di una diversa e più intensa gratificazione sensoriale (eros), emotiva (amore) e cognitiva (verità).

lunedì 9 aprile 2007

Il Paese di Cuccagna


Pieter Brueghel, Il Paese di Cuccagna
L’educazione alla “percezione critica” è il primo nodo che la cultura occidentale deve sciogliere al più presto, al fine di sviluppare l’attitudine naturale della mente a situare tutte le informazioni in un contesto e in un insieme.
I mezzi di comunicazione di massa hanno svolto per tutto il XX° secolo il compito di assecondare, inibire o stimolare la percezione critica dell’individuo, veicolando in forme sottili il consenso o il dissenso su soluzioni in cui veniva richiesta l’adesione o il rigetto di proposte politiche, sociali e culturali di interesse collettivo.
“Si deve insegnare, e ciò fin dalla scuola elementare, che ogni percezione è una traduzione ricostruttiva, operata dal cervello e dai terminali sensoriali, e che nessuna conoscenza può fare a meno dell’interpretazione.” (Edgar Morin, 2001)
Chi scrive e commenta attraverso i mezzi di comunicazione interpreta la realtà in conformità alla peculiare essenza della sua visione del mondo e della vita. La capacità dell’individuo di evolvere nella percezione critica non dipende dalla preparazione culturale, dallo status sociale e professionale o dall’orientamento filosofico, politico e religioso. In ogni momento della vita l’individuo manifesta all’esterno ciò che evolve all’interno in termini di consapevolezza di sè, coscienza discriminante e comprensione psicologica della realtà. Ciò si traduce in un particolare umore, stato d’animo, sentimento di vita, filosofia e coscienza storica che i filosofi rinascimentali definivano sinteticamente con il termine “fondo dell’anima”.
La percezione critica di come il pensiero sia modellato dal “fondo dell’anima”, sintesi del retaggio educativo, delle esperienze personali e di specifiche scelte culturali, diventa di massima utilità per valutare con ragionevole distacco non solo i teoremi, le tesi e le ipotesi elaborate dagli esperti, dai consulenti e dagli specialisti del sapere occidentale, ma anche le proprie convinzioni, scelte e decisioni di carattere morale, etico, religioso, politico, ecc“Così noi possiamo mostrare che si possono avere, a partire da testimonianze contraddittorie sullo stesso evento, per esempio alla vista di un incidente d’auto, percezioni che comportano spesso delle razionalizzazioni allucinatorie. Si possono descrivere casi di percezione imperfetta, dovuti all’abitudine o un’attenzione solo accennata, a disattenzione verso un dettaglio insignificante, a una interpretazione sbrigativa di un elemento insolito e soprattutto a una scarsa visione d’insieme o un'assenza di riflessione" (E.Morin, 2001). La differenza sostanziale che esiste tra una buona percezione di tutti gli elementi in gioco da una pessima percezione della realtà, spesso riduttiva e incerta, è dovuta principalmente alla difficoltà dell’individuo di mantenere l’attenzione psichica per un tempo sufficiente affinchè il bit di informazione concluda il ‘percorso circolare’ e si depositi nella memoria, dopo che lo stimolo abbia agito sui tre diversi sistemi: percettivo-cognitivo, dell’attenzione e dell’emozione. L’attenzione è certamente una facoltà che si può migliorare con lo studio, l’esercizio mentale quotidiano e l’abitudine a soppesare i contenuti cognitivi provenienti dagli ‘imput’ sensoriali. Bisogna imaparare a decodificare non solo gli stimoli sensoriali che soddisfano la curiosità nell’immediato, ma anche analizzare le informazioni che sono spesso invisibili all’occhio fisico, ma non al sistema della percezione corporeo (le ghiandole endocrine) che si è sviluppato nel processo di adattamento all’ambiente. Brueghel descrive nell’allegoria “Il Paese di Cuccagna” le fasi preliminari della percezione, quelle che portano l’anima psichica ad uscire dal tunnel buio dell’inconsapevolezza per osservare, comodamente adagiata su un cuscino di velluto, gli attori protagonisti della storia e della vita. Una donna con la visiera dell’elmo aperta, protetta da armatura e guanti di ferro, si sporge a guardare la realtà, determinata come un guerriero che ‘deve’ aprire gli occhi sulle crudeltà, le miserie e le illusioni di cui sono piene le cronache quotidiane e le vicende umane. Guardare in faccia la realtà senza interferire anticipatamente con le facoltà del giudizio soggettivo, spesso elaborato come pregiudizio conformista o rifiuto subconscio di elaborare la diversità, l’angoscia emotiva o le proibizioni morali instillati dai tabù, comporta un atteggiamento di apertura serena e fiduciosa a tutte le “frequenze di luce”, a tutto lo spettro di esperienze che contraddistinguono la vita dell’uomo della terra. Ignorare o fare finta di ignorare l’esistenza del male, della crudeltà, della violenza e del peccato morale, etico o ecologico, significa rimanere ciechi, stupidi ed emarginati dalla realtà e dalla conoscenza della verità per tutta la vita. Ignorare o far finta di ignorare che l’errore di valutazione dovuto ad un eccesso di razionalizzazione o di pragmatismo, anche volto apparentemente a realizzare il bene collettivo, può comportare il disastro, la distruzione e la fine di ogni speranza di conciliazione degli opposti, significa affondare nell’illusione di stare dalla parte della verità o di avere il pieno controllo della situazione. Brueghel è l’artista rinascimentale che per primo affonda impietosamente il coltello nelle piaghe della società del suo tempo. Lo fa con la lucidità distaccata del giornalista attento, del critico impietoso, privo di qualsiasi forma di compassione o di giustificazione storica o morale: ciò che guida il suo pennello è una curiosità che evolve rapidamente in percezione critica, ragione discriminante e coscienza etica.
Non è privo di suggestione il fatto che a distanza di appena un anno dalla realizzazione del dipinto “il Paese di Cuccagna” Brueghel raccolga i frutti della sua ricerca: lo sguardo impietoso dell’artista alchemico spinge fino agli estremi le facoltà della percezione critica di indagare a fondo il mondo degli “storpi e dei ciechi”, allegorie straordinarie di una società malata nello spirito, incapace di determinare le proprie azioni con coscienza e di guardare in faccia la realtà in cui sono i governanti, o gli esponenti della coscienza collettiva, ad essere ciechi, incapaci di produrre scelte giuste e decisioni pertinenti ai veri bisogni della collettività, poiché “…ora se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa.”
I tre dipinti hanno un comune denominatore, un unico modello compositivo, un’unica fonte di ispirazione. Brughel, è risaputo, era un alchimista, un mistico, un esoterico. Conosceva i simboli dell’astrologia, dell’alchimia e il significato occulto delle parabole contenute nei vangeli. I suoi attori si muovono in un mondo–teatro che recita la propria follia, la propria libido, la propria sacralità senza tuttavia crederci fino in fondo.
La sua visione non è né morale, né etica. Non si schiera da nessuna parte poiché sceglie, o è costretto suo malgrado, di assumere la posizione del ” Testimone”, cioè di colui che non può fare a meno di osservare la realtà con consapevolezza critica.
Brueghel assimila in Italia, sicuramente a Roma o Firenze, i principi della visione alchemica del mondo materiale e spirituale.
La conoscenza alchemica si struttura in quattro parti definite dai quattro assi della croce, il modello primario della spiritualità e della filosofia alchemica occidentale. L’alchimia è fondamentalmente un processo di introversione dell’energia psichica (o libido) sul piano orizzontale del tempo al fine di far emergere le facoltà superiori della coscienza razionale intuitiva e trascendente che si sviluppano sul piano verticale, dal ‘fondo dell’anima’ alla Mens imago Dei di cui parla Agostino.
Quando l’asse verticale dell’energia psichica generato dall’ anima evolutiva interseca l’asse orizzontale in cui ‘avviene’ l’espansione della percezione critica sul filo dell’orizzonte, avviene una progressiva ‘distillazione del mercurio’, metafora della trasmutazione dell’intelligenza sensoriale in mente razionale. La percezione critica dischiude (la visiera dell’elmo sollevata) alla conoscenza delle motivazioni, delle intenzioni e dei sentimenti egocentrici che conducono l’individuo a divenire vittima della libido altrui (il soldato morto con il braccio amputato), della propria libido materialistica (il contadino nel quadrante sottostante giace stremato per terra con la schiena spezzata dal duro lavoro) e del desiderio di evadere dalla realtà con la fantasia e la ricerca dei piaceri sensoriali (il fannullone opulento). I primi tre quadranti definiti dalla croce descrivono i tre atti di trasmutazione della percezione critica in consapevolezza critica, storica e psicologica delle dinamiche sociali, della libido individuale e collettiva e dei meccanismi subconsci e inconsci di fuga dalle responsabilità personali che conducono inevitabilmente alla distruzione, all’avidità e all’ignoranza. Il cibo è a portata di mano, posto sull’albero della conoscenza, su un piano appena più elevato della coscienza sensoriale, ma nessuno dei tre è in grado di appropriarsene. Nel quarto quadrante invece un omino “buca la nuvolaglia”, metafora del sistema delle illusioni indotte, delle autoillusioni e delle percezioni erronee, e scende a testa in giù nel “paese di Cuccagna” dove il cibo (e il denaro), gli corrono incontro e le oche, già spennate, si offrono su un piatto d’argento.
L’allegoria di Brueghel si compone di quattro metafore che descrivono compiutamente il passaggio evolutivo compiuto dall'individuo che decide di sollevare la visiera e di guardare la realtà dall’Ascendente (AS), il punto in cui sorge il sole.
Dal punto in cui il sole inizia ad albeggiare, l’alchimista può percepire in anticipo gli effetti devastanti prodotti dalla Libido emergente. E’ facile prevedere gli esiti prodotti dall’ascesa al potere degli individui che sono motivati dall’istinto, dal bisogno e dal desiderio di soddisfare la libido egocentrica, considerata dagli alchimisti rinascimentali il “peccato originale” che bisogna estirpare dalla natura umana.

domenica 8 aprile 2007

Il suonatore di liuto

Caravaggio dipinge "il suonatore di liuto" alla fine di un ciclo di esperienze sulla conoscenza della realtà che si concretizza nelle opere "I bari" e "Buona ventura" (percezione critica) e nelle opere "Fanciullo con canestro di frutta" e "Bacchino malato" (percezione sensoriale).
Il significato dell'opera si colloca in una nuova fase di conoscenza della verità caratterizzata dalla percezione intuitiva della "luce" riflessa dalle immagini. Caravaggio dispone sulla scena gli elementi simbolici che descrivono le fasi di trasformazione della consapevolezza delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti corporei (il vaso con tre tipi di fiori diversi) , nella coscienza dei sentimenti morali, dei valori etici e dei principi spirituali (le tre pere) indispensabile per iniziare a suonare le "corde" dell'anima (l'archetto del violino) e interpretare la "mistica musica" del cuore (lo spartito è aperto su una composizione religiosa).
L'alchimista che evolve nella propriocezione dei sentimenti e nell'introspezione melanconica del significato dei bisogni, dei desideri e delle aspirazioni dell'anima, giunge a "interpretare" la musica emessa dalle "dodici corde del liuto", metafora della conoscenza delle diverse identità (ego) assunte dall'uomo antropomorfico, cioè dell'individuo che si colloca al centro dell'universo in quanto individuo autocosciente che si identifica nei ruoli e nella personalità sociale.
Il "suonatore di liuto" è l'emblema dell'alchimista che rinuncia a qualsiasi forma di identificazione con i ruoli imposti dal mondo materiale, dalla professione o dallo status sociale ed economico (la veste bianca), e persino ad assumere un ruolo sessuale dominante (il nastro bianco nei capelli). Caravaggio rappresenta nel giovane musico l'immagine dell' ermafrodito in cui avviene una prima sintesi alchemica tra le energie maschili e quelle femminili. Per un uomo evolvere nelle energie femminili non comporta il rischio di assumere movenze e inclinazioni omosessuali, ma significa sviluppare il dono femminile di intuire il significato dei sentimenti corporei in chiave evolutiva. Mentre un uomo "conquista" l'Anima che per sua natura è una "funzione" femminile, la donna che si emancipa nelle energie maschili dell'azione e del pensiero razionale finalizzato alal realizzazione dei bisogni, realizza l'Animus. Questa è la prima alchimia che l'individuo può realizzare dentro se stesso attraverso una consapevole rinuncia a manifestare la pulsione psichica e la libido che caratterizzano l'ego femminile e maschile.